STUDIO LEGALE TRIBUTARIO

PROF. AVV. LORIS TOSI

NEWSLETTER N.02

27 January 2023

ILLEGITTIMITÀ DELLE SANZIONI QUADRO “RW”: LA NORMATIVA ITALIANA POTREBBE RISULTARE CONTRARIA AI PRINCIPI DELL’ORDINAMENTO EUROPEO

Una recente sentenza della Corte di Giustizia offre lo spunto per valutare la conformità, rispetto all’ordinamento unionale, della normativa italiana riguardante la disciplina del c.d. monitoraggio fiscale (quadro “RW”).

Il caso su cui si sono espressi i Giudici europei riguarda una procedura di infrazione nei confronti del Regno di Spagna, la cui normativa tributaria – del tutto simile a quella italiana – prevede che i contribuenti sono tenuti a fornire all’amministrazione finanziaria un insieme di informazioni relative ai loro beni o ai loro diritti all’estero, tra cui i beni immobili, i conti bancari, i titoli, gli attivi, i valori o i diritti rappresentativi del capitale sociale, i fondi propri o il patrimonio di qualsiasi tipo di soggetto, o ancora le assicurazioni sulla vita o per invalidità di cui essi dispongono al di fuori del territorio spagnolo.

In tale occasione, la Corte di Giustizia ha stabilito che il Regno di Spagna ha arrecato un pregiudizio sproporzionato alla libera circolazione dei capitali, nella misura in cui ha previsto di punire l’inosservanza, da parte del contribuente, degli obblighi di dichiarazione di beni e diritti situati all’estero con una sanzione proporzionale del 150% dell’imposta, calcolata sulle somme corrispondenti al valore di tali beni e diritti, oltreché con sanzioni forfettarie. In questo senso, il Regno di Spagna è stato ritenuto inadempiente, essendo venuto meno agli obblighi ad esso incombenti in forza dell’articolo 63 TFUE e dell’articolo 40 dell’accordo sullo SEE.

Come noto, la declaratoria dell’inadempimento, da parte di uno Stato membro, degli obblighi comunitari ad esso imposti implica, sia per le autorità giudiziarie sia per quelle amministrative del medesimo Stato membro, il divieto assoluto di applicare il regime legale interno dichiarato incompatibile con la disciplina comunitaria.
A ciò si aggiunga che, secondo consolidato orientamento della Corte di Cassazione, l’interpretazione del diritto comunitario, adottata dalla Corte di giustizia, ha efficacia ultra-partes, sicché alle sentenze dalla stessa rese, sia pregiudiziali e sia emesse in sede di verifica della validità di una disposizione, va attribuito il valore di ulteriore fonte del diritto comunitario, con efficacia erga omnes nell’ambito dell’Unione.

Conseguentemente, nell’attesa che la Corte di Giustizia affronti lo specifico caso (Denuncia n. 14 del 12 dicembre 2019 dell’Associazione italiana dei Dottori Commercialisti), i principi di diritto tracciati nella menzionata sentenza, seppur relativi alla normativa di altro Stato membro, ben possono essere presi a riferimento per una riflessione sulla possibile illegittimità della normativa italiana in materia di monitoraggio fiscale.
In altri termini, laddove il giudice domestico – sulla base del parametro rappresentato dalla censurata normativa spagnola – ravvisi l’incompatibilità delle sanzioni previste dalla disciplina italiana con l’ordinamento unionale, allora dovrà necessariamente disapplicare la disposizione interna, eventualmente riparametrando la misura afflittiva. Va da sé che, come è ovvio, i principi in parola non interessano la circolazione di capitali verso Paesi che si trovano fuori dall’Unione Europea.

Lo Studio è a disposizione per ogni chiarimento.
Dott. Comm. Marco Spadotto (marcospadotto@studiotosi.com)